Spiritualità Olistica

Nella Spiritualità Olistica, oltre alle cause fisiche e mentali che generano un avvenimento, si prendono in considerazione soprattutto le cause “spirituali” che evocate dall’evento stesso.

Per non incorrere in fraintendimenti, con cause psicologiche si intendono le motivazioni caratteriali, le decisioni coscienti e gli impulsi inconsci che hanno fatto reagire la persona in un certo modo, essendo venuto in presenza dell’evento dannoso. Per cause spirituali si intendono le realtà metafisiche in atto in quel preciso istante e luogo. Le dinamiche metafisiche sono tipiche manifestazioni del Karma.

Ogni istante è determinato da tutti gli innumerevoli istanti precedenti; se fossimo in un universo chiuso, fine a se stesso, tutte le nostre azioni sarebbero già state predeterminate. Ad esempio la nostra vita avverrebbe come in un ipotetico tavolo da biliardo, nel quale, dato un colpo di stecca ad una palla, automaticamente, in base all’attrito, alla potenza del tiro, alla massa degli oggetti in gioco, all’angolazione delle traiettorie e così via, ipoteticamente si potrebbe già sapere l’esito di quel colpo, perché, una volta eseguito, tutto i passaggi successivi avvengono per ovvia conseguenza del primo.

Noi però siamo esseri senzienti che, nel corso di migliaia di anni, sono riusciti a comprendere delle realtà matematiche e geometriche trascendenti questo stesso universo.

L’umanità ha compreso l’esistenza dello zero, del “pi greco”, del phi, dell’infinito, pur vivendo in un universo finito, dove il vuoto assoluto non esiste e nel quale i valori di “pi greco” e di phi sono introvabili, essendo infiniti e trascendenti.

Pur essendo limitati dalle regole fisiche di questa concretezza, abbiamo in noi un’origine differente, proveniamo da un altro universo, con altre regole in cui sono presenti valori assoluti come i suddetti “infinito” e “zero”.

Ecco che con le nostre scelte, di continuo modifichiamo la realtà di questo universo, come se, nell’esempio del biliardo, dopo il primo colpo di stecca, qualcuno dall’esterno intervenisse sul tavolo modificando le traiettorie predeterminate.

crede in DioEssendo incarnati in modo solido in questa realtà terrena, le scelte che veramente possono modificare la nostra vita da una predestinazione inevitabile, non sono date dai pensieri coscienti (frutto di educazione ed esperienza terrena) e neanche dagli impulsi inconsci (generati dal corpo primitivo). La vera differenza sta nel filo che lega gli strati più sottili della nostra vita agli archetipi universalmente presenti, che, in tutte le culture, sono stati rappresentati da “divinità”.

L’aspetto filosofico-spirituale è dunque l’approccio alla realtà terrena, tenendo conto anche dell’incidenza del “dio” che è in noi nella manifestazione dell’evento.

La funzione del Faraone nell’antico Egitto era proprio questa: egli era un essere umano come gli altri, con i suoi pregi e difetti; se era virtuoso, viveva quotidianamente in modo simile a quello che oggi si può riscontrare nel Dalai Lama (quindi con una relativa modestia e umiltà nei rapporti con se stesso e gli altri). Ma nell’espletamento delle funzioni di “faraone” cioè di rappresentante di “dio” fra gli uomini, si rivestiva d’oro ed assumeva in sé la responsabilità del ruolo, trascendendo la vita terrena per elevarla all’infinito ed eterno, a favore di tutta la collettività.

La “scienza e magia” della vita è il recupero per ciascun essere umano della potenzialità insita nel ruolo sacro della vita.

“Invece di maledire il buio, accendi una candela. Lao Tzu”

Nel Tao la mente è paragonata all’acqua: se è ferma, vuota, limpida, allora vi è la calma per vedere la realtà in essa rispecchiata. Se invece l’acqua è mossa, diventa torbida e turbinosa, confondendo e offuscando la visione ivi riflessa. La realtà non cambia, ma se la mente è tranquilla noi siamo in grado di vedere la verità; se invece l’ansia, l’angoscia, la rabbia, la sofferenza ci tormentano, la nostra mente è come acqua tumultuosa, il nostro destino non cambia, ma noi non ce ne prendiamo consapevolmente la responsabilità e, non comprendendo o accettando il nostro percorso, incorriamo nel dolore.

Lo Zen è la visione della realtà ottenuta con il cuore, cioè immedesimandovisi integralmente ed intimamente. Il corpo, come un albero, è lo strumento che collega l’esistenza trascendente a quella immanente: le radici traggono vita da uno stato di esistenza, le fronde svettano e si nutrono in un altro, il tronco connette questi mondi.

I danni fisici e i lutti, potrebbero non essere più riparabili, ma la vera guarigione sta nell’assumersi la responsabilità del proprio destino e nel praticare la Via con volontà matura e cosciente. L’imprinting olistico genera la matrice fin dalla prima cellula fetale e dal primo respiro natale, tutto è già potenzialmente inserito in questi due punti dello spazio-tempo come in una ghianda è già presente la centenaria quercia che ne potrebbe derivare.

#VoluntasTrainer

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